
25 Set Ingiunzione di pagamento: cosa fare
L’ingiunzione di pagamento è uno strumento legale per ottenere il saldo di un debito da parte di un debitore. Si tratta di una procedura di recupero crediti tutto sommato veloce ma che ha una validità molto lunga, ovvero 10 anni. Questo vuol dire che il debitore può ricevere un decreto ingiuntivo anche per un debito arretrato di diversi anni.
In cosa consiste il decreto ingiuntivo
Il decreto ingiuntivo è un atto giuridico emesso da un tribunale che obbliga una parte a pagare un debito o ad adempiere a un obbligo contrattuale. Questo strumento legale viene utilizzato quando una persona o un’azienda non rispetta i termini di un accordo finanziario o non paga un debito.
Il ricorso all’ingiunzione di pagamento rappresenta di fatto la soluzione legale per ottenere il pagamento senza dover avviare un processo completo. Infatti, una volta ricevuto il ricorso iniziale, il Giudice esamina l’atto e i documenti ricevuti e, se ritiene che vi siano i presupposti per procedere, emette il decreto ingiuntivo senza fissare alcuna udienza.
Decreto ingiuntivo: cosa fare
Ho ricevuto un decreto ingiuntivo cosa devo fare?
Ricevere un decreto ingiuntivo può spaventare, ma è importante rispondere prontamente e adeguatamente con il supporto di professionisti. In genere, si dovrebbe cercare il consiglio di un avvocato specializzato in diritto delle esecuzioni per valutare:
- la regolarità dell’atto giudiziario e del credito
- le opzioni disponibili
- se opporsi o accettare il decreto
In ogni caso, se il debitore non agisce tempestivamente con il pagamento o non si oppone all’ingiunzione, rischia il pignoramento dei beni, ovvero l’esecuzione forzata.
Decreto ingiuntivo: i tempi
Se il giudice accoglie il ricorso per il decreto ingiuntivo, può emettere un’ingiunzione di pagamento non provvisoriamente esecutiva o provvisoriamente esecutiva.
Nel caso dell’ingiunzione di pagamento non provvisoriamente esecutiva l’atto giudiziario deve essere notificato al debitore entro 60 giorni dal momento in cui lo stesso è stato depositato in cancelleria. L’unico modo per contestare l’atto da parte del debitore è se lo riceve in ritardo rispetto ai tempi previsti (ovvero si verificano vizi formali)
Il debitore entro 40 giorni dalla notifica può:
- effettuare il pagamento
- proporre opposizione (avviando una causa civile ordinaria)
- non adempiere
Il decreto ingiuntivo può avere conseguenze diverse, invece, se risulta essere provvisoriamente esecutivo. La notifica deve avvenire sempre entro 60 giorni, ma il creditore può procedere con l’esecuzione forzata anche prima dei 40 giorni di tempo che ha il debitore per saldare il debito. Quindi, l’ingiunzion può essere notificato subito e dopo 10 giorni è possibile agire con il pignoramento.
Dopo il decreto ingiuntivo: cosa succede
Dopo il decreto ingiuntivo, possono accadere situazioni diverse in base al diverso comportamento del debitore.
Ad esempio, se fa un’opposizione dal decreto ingiuntivo, come previsto dall’art. 645 c.p.c. per evitare il pignoramento, avvia una procedura che inizia con un atto di citazione in opposizione, quindi attiva una causa civile.
Ovviamente il debitore può adempiere spontaneamente, cioè pagare ed evitare così un eventuale pignoramento e in tal caso la questione è chiusa. Il debitore può anche cercare un accordo con il creditore: la legge non prevede limitazioni ed anzi incoraggia le trattative.
Come non pagare un decreto ingiuntivo
Ci sono solo due modi non pagare un decreto ingiuntivo: tramite opposizione o trovando un accordo tra le parti. Nel primo caso, se dovesse andare a buon fine l’opposizione, il decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo può essere revocato e il debitore otterrà la restituzione delle somme già riscosse.
Nel secondo caso invece bisogna riportare per iscritto l’accordo tra le parti, anche tramite un contratto di transazione, che potrebbe includere la cancellazione del debito (ovviamente questa è una situazione che accade di rado).
Cosa succede se non si paga un decreto ingiuntivo
Nel caso in cui il debitore non paghi il debito a seguito di ricezione del decreto ingiuntivo e nemmeno faccia opposizione, allora, una volta trascorsi 40 giorni dalla notifica, il titolo diviene esecutivo a tutti gli effetti. Questo significa che il creditore, dopo avere notificato l’atto di precetto, può avviare il recupero crediti presentando una formula esecutiva al giudice.
Il debitore può quindi richiedere un intervento sulle proprietà del debitore e in particolare l’esecuzione forzata può riguardare beni immobili, lo stipendio o la pensione, il conto corrente o i beni mobili.
Ricorso all’ingiunzione di pagamento
Il debitore può scegliere di effettuare un’opposizione dal decreto ingiuntivo, presso la cancelleria del giudice competente, come previsto dall’art. 645 c.p.c. entro 40 giorni dalla notifica.
Una opposizione del decreto ingiuntivo può concludersi in questi modi:
- rigetto dell’opposizione (l’ingiunzione diventa esecutiva);
- accoglimento integrale (l’ingiunzione perde efficacia e viene sostituita dalla sentenza);
- accoglimento parziale (gli atti di esecuzione già compiuti conservano i loro effetti).
In ogni caso, il ricorso deve essere gestito e seguito da avvocati esperti, così da aumentare le possibilità di successo del debitore.