sofferenza bancaria

Sofferenza bancaria

Sofferenza bancaria

Quando si parla di sofferenza bancaria si fa riferimento a una situazione di insolvenza di un debito, un prestito o un mutuo che non è destinata a risolversi. Non si tratta semplicemente di una rata non saldata, ma della condizione a lungo termine in cui si può trovare un individuo o un’azienda.

La banca, se un cliente non può pagare, fa partire una segnalazione alla Centrale Rischi dopo una fase detta di “incaglio” e sia il titolare del debito, che gli eventuali coobbligati, garanti o fideiussori, si ritroveranno con un’ipoteca giudiziale e saranno sottoposti a pignoramento mobiliare e/o immobiliare.

Una situazione di sofferenza bancaria è molto complessa da gestire e porta il debitore ad una condizione molto svantaggiosa sotto diversi punti di vista.

Sofferenza bancaria: cos’è?

La sofferenza bancaria si riferisce a una situazione in cui un prestito concesso da una banca o un istituto finanziario diventa insolvente, cioè il debitore non è in grado di effettuare i pagamenti degli interessi o del capitale secondo gli accordi contrattuali.

In altre parole, quando un cliente non è in grado di adempiere ai propri obblighi di rimborso, il prestito viene classificato come sofferenza bancaria.

Perché la segnalazione di sofferenza bancaria risulti legittima, è necessario che rispetti certi requisiti, ovvero deve:

  • essere preceduta da un avviso tramite raccomandata;
  • partire sempre dal mancato pagamento delle rate;
  • indicare l’impossibilità di risolvere un debito;
  • fondarsi su una situazione economica grave.

Se uno di questi requisiti non sussiste, allora non si può parlare di sofferenza bancaria. Infatti, la banca deve prima avviare un’indagine specifica sul debitore, analizzando la situazione lavorativa, il suo reddito, il reddito del garante e proporre anche una previsione negativa sul futuro. Tutto ciò serve a verificare che la situazione di instabilità non sia temporanea (una momentanea difficoltà), ma permanente e quindi irrisolvibile a lungo termine.

Come affrontare e gestire la sofferenza bancaria

Un debitore che si trova in una situazione di sofferenza bancaria, per evitare la segnalazione da parte dell’istituto di credito, deve comunicargli per tempo le sue difficoltà, per capire se ci sono delle opzioni disponibili a risolvere la situazione. Potrebbe infatti essere possibile negoziare nuove condizioni di rimborso o una ristrutturazione del debito che permetta al debitore di gestire i pagamenti in modo più adeguato alle proprie possibilità finanziarie.

Ad esempio, nel caso di un mutuo in sofferenza per difficoltà finanziarie temporanee, il mutuatario può discutere con la banca la possibilità di ristrutturare il mutuo. Ciò potrebbe comportare una modifica delle condizioni, come una riduzione del tasso di interesse, una prolungamento della durata del mutuo o la sospensione temporanea dei pagamenti.

Sofferenza bancaria: conseguenze

Per il debitore, i rischi legati ad una situazione di sofferenza bancaria sono una conseguenza della segnalazione in Centrale Rischi. Infatti, il debitore rischia una diminuzione del credito e difficoltà nel reperire nuovi finanziamenti.

Quindi, se ha bisogno di un nuovo prestito, si riducono drasticamente le possibilità che qualcuno lo conceda. Se questo avviene, potrebbero essere proposte condizioni contrattuali più severe, come interessi più alti o una maggiore garanzia.

Addirittura, è molto probabile che al debitore venga richiesto il rientro di tutti i mutui, i finanziamenti e i prestiti, anche se le rate sono state pagate regolarmente da parte del debitore.

Sofferenza bancaria: quanto dura

La sofferenza bancaria dura fino a quando il debito non viene saldato. Tuttavia, le banche tengono traccia dei comportamenti di chi richiede un prestito e una situazione di sofferenza bancaria viene “salvata” per 36 mesi a partire dalla scadenza del contratto di prestito.

Di conseguenza, se anche il debitore riesce a ripagare il debito, ciò non migliorerà la sua reputazione creditizia, che anzi si abbassa e dura per molti mesi a seguire.

Come uscire dalla sofferenza bancaria

Uscire dalla sofferenza bancaria è un processo che richiede tempo e sforzo e il successo non è garantito. Le banche devono lavorare in stretta collaborazione con le autorità di regolamentazione finanziaria e dimostrare un impegno a lungo termine per il risanamento finanziario per affrontare con successo la situazione di sofferenza bancaria.

Il modo più efficace è quello di ripagare totalmente il debito. Ma se il debitore non ha abbastanza liquidità, l’unica opzione è quella del saldo e stralcio. In pratica, si chiede alla banca una riduzione dell’importo da restituire sulla base di una condizione economica particolarmente compromessa. Alla banca spetta la decisione se accettare o meno, quindi potrebbe non essere sempre la soluzione.

Tuttavia, data la complessità di questa situazione, l’unico modo per proteggersi è richiedere il supporto di un esperto di diritto bancario, così richiedere una perizia approfondita che potrebbe cambiare l’esito della propria condizione. Con i professionisti giusti, puoi provare a presentare una richiesta formale alle Centrali Rischi per ottenere subito la cancellazione.