
07 Nov Riscossione coattiva
Cos’è la riscossione coattiva e come funziona
La riscossione coattiva è un processo attraverso il quale un ente creditore recupera i crediti non pagati tramite misure coercitive nei confronti del debitore. Questa procedura viene generalmente attuata quando il debitore non rispetta gli obblighi di pagamento e non adempie volontariamente alle richieste di pagamento.
Le modalità di riscossione coattiva possono includere diverse azioni come il pignoramento di beni, l’iscrizione ipotecaria, l’ipoteca sulla casa, il sequestro di beni mobili e immobili, il fermo amministrativo, l’iscrizione di ipoteca su beni immobili, il blocco del conto corrente bancario e altri strumenti legali messi a disposizione dalle normative vigenti.
Cosa si intende per riscossione coattiva
La riscossione coattiva è un procedimento giuridico mediante il quale un ente creditore, solitamente un ente pubblico come l’Agenzia delle Entrate, recupera somme di denaro che gli sono dovute e che non sono state pagate volontariamente dal debitore. La definizione deriva dall’idea che le azioni intraprese per recuperare un credito non pagato siano eseguite contro la volontà del debitore.
La riscossione coattiva si attua quando il debitore non adempie agli obblighi di pagamento secondo quanto previsto dalla legge o da un contratto. In questo caso, l’ente creditore può intraprendere azioni legali per riscuotere il credito non pagato, ad esempio mediante il pignoramento di beni o l’iscrizione di ipoteca su proprietà del debitore.
Come avviene la riscossione coattiva
La riscossione coattiva in Italia avviene secondo una procedura disciplinata dal codice di procedura civile. La procedura si divide in due fasi:
- Fase di instaurazione, in cui il creditore munito di titolo esecutivo (una sentenza, un decreto ingiuntivo, un atto pubblico o una scrittura privata autenticata) deve presentare una richiesta di esecuzione al giudice competente;
- Fase di esecuzione, che si apre quando il giudice, dopo aver verificato la validità del titolo esecutivo, autorizza il creditore ad iniziare le procedure di esecuzione sui beni del debitore.
Una volta autorizzata dal giudice, la riscossione coattiva può essere effettuata mediante una serie di procedure, come il pignoramento, l’ipoteca o il fermo amministrativo. Il debitore può opporsi alla riscossione coattiva in qualsiasi momento.
Fermo amministrativo o ganasce fiscali
Il fermo amministrativo, noto anche come ganasce fiscali in alcuni contesti, è una delle misure di riscossione coattiva che può essere adottata dall’Agenzia delle Entrate o da altri enti preposti alla riscossione fiscale per recuperare crediti non pagati. Questa misura viene spesso impiegata per il recupero di imposte non pagate, multe e altre somme dovute all’ente creditore.
In pratica, il fermo amministrativo comporta il blocco dei veicoli di proprietà del debitore, che non possono essere né venduti né trasferiti senza il pagamento del debito. Il veicolo su cui viene applicato il fermo diventa di fatto vincolato fino al completo saldo del debito. Ciò significa che il proprietario del veicolo non può più venderlo o trasferirlo a terzi finché il debito non è stato completamente saldato.
Iscrizione ipotecaria
L’iscrizione ipotecaria è una delle forme di riscossione coattiva che può essere impiegata per garantire il recupero di crediti non pagati. Comporta la costituzione di un vincolo su un bene immobile di proprietà del debitore, al fine di garantire il pagamento del debito pendente.
Questa procedura viene solitamente eseguita con l’emanazione di un atto notarile o di un provvedimento giudiziale, che certifica l’iscrizione dell’ipoteca sul bene immobile del debitore. Tale iscrizione rappresenta un segnale per tutti i terzi interessati che vi è un credito non pagato da parte del proprietario del bene e che tale bene potrebbe essere oggetto di pignoramento o vendita forzata per soddisfare il debito.
Pignoramento
Anche il pignoramento è una procedura legale di riscossione coattiva utilizzata per recuperare crediti non pagati. Questa misura consente al creditore di ottenere l’autorizzazione da parte di un tribunale o di un’autorità competente per sequestrare i beni mobili o immobili di proprietà del debitore al fine di soddisfare il debito non pagato. Il pignoramento può essere attuato su una varietà di beni, tra cui conti bancari, stipendi, beni mobiliari, veicoli e immobili.
Ci sono dei limiti alla riscossione coattiva?
Ci sono dei limiti alla riscossione coattiva in Italia. Questi limiti sono previsti dalla legge per tutelare i diritti dei debitori e per evitare che la riscossione possa essere eccessivamente gravosa. Ad esempio, se il debito è considerato prescritto (dopo un determinato periodo di tempo), la riscossione coattiva non può più essere esercitata.
Ci sono poi limiti alle rate che possono essere trattenute dalla busta paga o dal conto bancario di un debitore, al fine di evitare che il debitore venga privato di una quantità eccessiva di denaro.
O ancora, la riscossione coattiva non può essere esercitata nei confronti di un debitore che si trovi in stato di incapacità o se il suo patrimonio è insufficiente a soddisfare il credito.
Cosa succede se non pago la cartella esattoriale?
La procedura di riscossione coattiva può essere attivata anche nel caso di mancato pagamento di una cartella esattoriale. Tra l’altro, il mancato pagamento di una cartella esattoriale può portare ad ulteriori costi come interessi e spese di riscossione aggiuntive, che potrebbero aumentare il debito complessivo.
Pertanto, è sempre consigliabile agire tempestivamente e cercare di concordare un piano di pagamento o di negoziare un accordo di pagamento dilazionato con l’ente creditore, consultandosi con un avvocato o uno studio legale.